giovedì 10 settembre 2015

LEZIONI DI ETICHETTA




























È bello ricevere lezioni di etichetta a 53 anni.
Mi sono recata all'Ente formativo "X" per recuperare del materiale personale che attendevo da qualche mese e per altre formalità. Gli uffici erano rimasti chiusi per due giorni, e ingenuamente, credendo di trovarli aperti non ho telefonato prima. Invece, perbacco, era in corso una riunione generale e anche gli sportelli erano inattivi.
Essendoci arrivata in bicicletta, dall'altro Comune, forse il mio aspetto non era proprio al top della presenza, magari ero un po' incartata dall'aria e con una capigliatura bidirezionale rispetto il punto di fuga. Forse mi è sfuggita una ruga di disappunto sulla faccia per il fatto di dover tornare. Forse non ho applicato sufficientemente la teoria dei neuroni specchio prima di chiedere a un responsabile incrociato in corridoio se era possibile ottenere il mio materiale senza ritornare di nuovo. Fatto sta che mi sento rispondere: «Provi con la dovuta delicatezza a bussare a quella porta. E magari cerchi di fare un bel sorriso, prima».
Dopo un breve sfasamento di connessioni intercorticali pietrificate ho seguito il consiglio, ma non trovando nessun incaricato all'interno dell'ufficio ho ritenuto opportuno lasciare il campo. Non senza aver ponderato l'urgente necessità di prendere un appuntamento col primo chirurgo estetico per una seduta multipla di botulino che distenda rughe glabellari e rialzi il bordo del vermiglio in un sorriso stile Jocker da sfoderare nelle giornate down, seguita a ruota da un meta-programma di PNL che risvegli in me la tecnica fondamentale del Pacing Rapport. Forse anche qualche aggiornamento in Keep Calm and Bella Raga non mi farebbe male.

Non si finisce mai di imparare.