sabato 20 aprile 2013

COMODI, COMODI...

State comodi, c'è tutto il tempo.
C'è un sacco di spazio qui. A pensare positivo, abbiamo tempo da qui all'eternità per riempirlo di cose interessanti o anche meno interessanti, dipende.
Dipende da che?
Da come ci si sveglia la mattina, da quanti soldi circolano nelle tasche, se ti hanno pagato, se non ti hanno pagato, se hai quattro idee geniali delle quali almeno una realizzabile a medio termine, o se piove, o se c'è il sole, se stai bene e quindi ti avanza tempo per gioire o lamentarti di altro, il superfluo, quello che non vedi quando stai bene e hai la pancia piena.

Sì, il vero lusso non è avere tempo ma pensare di averlo.
Perché infatti, se abbiamo tutti una scadenza come un vasetto di Yogurt è anche vero che non la conosciamo quella scadenza, perciò, io che sono una visionaria (nel mio caso dire ottimista mi sembra una contraddizione in termini) io che sono una visionaria dunque, posso vivere all'infinito senza che nessuno possa dire il contrario.
Sotto che forma, non mi interessa. Anzi, vista la curiosità irrefrenabile direi che è un viaggio interessante, quello che ci aspetta tutti quanti.

Perciò vi dico: state comodi, arriveremo dappertutto, in qualche forma.
Vogliamo parlare di viaggi? Ci racconteremo le novità.
Un minimo di cultura... politica? Cercheremo di capirne qualcosa.
Vogliamo parlare di cibo, ristoranti, diete, grassi, colesterolo e palestra? Mamma mia, non si parla d'altro, ma faremo anche questo.
Di adolescenti in crisi, di crisi del lavoro, ce n'è, ce n'è.

Quindi state comodi, mi schiarisco appena poco poco le idee, poi ne parliamo.

PD in cenere per AUTOCOMBUSTIONE.

GAME-OVER
GAME-OVER.

Ve l'avevo, detto, ve l'avevo detto. Lacrime di coccodrillo alla mia sinistra. Non la conoscessi... sono nata, svezzata, cresciuta in mezzo a questo mare di lacrime. Per fortuna quella parte dell'emiciclo non manca di autoironia, perché farebbe ridere, se non facesse piangere.
Mi sto sempre più convincendo che la perpetua disfatta della sinistra sia da imputarsi proprio a una certa dose di sentimentalismo congenito. Ho avuto in famiglia soggetti ostinatamente legati ad un livello di purezza ideologica assoluta e inattaccabile che si sono auto-estinti. Ho respirato fin da bambina il loro rifiuto a qualsiasi compromesso, ponte o apertura verso il libero mercato e la proprietà privata e, in nome dell'egualitarimo economico, hanno soppresso e bruciato il loro spiccato spirito imprenditoriale, i loro talenti e la loro genialità. Per questo ho sempre sostenuto il pensiero di una sinistra aperta al dialogo, alla trasformazione e all'investimento come mezzo produttivo. Ma l'establishment pone continue barriere e non risponde a questo modello. Continuano a parlare con specifici gruppi politici interni e non alla restante area sociale. Dove sarebbero i chiari segni di rinnovamento?

Sono contraria alle forme di monopolio e di speculazione, ma è cosa buona e giusta aprirsi al dialogo. Una volta tanto, io che mi metto sempre con il carro degli ultimi, dei perdenti e degli oppressi, voglio togliermi ogni struggimento ideologico dalle tasche e voglio un po' più di razionalità.
Non importa se il nuovo ci pone dei dubbi, anzi è bene che i dubbi ci rimangano sempre. Ma voglio una rappresentanza lontana dall'apparato storico, tollerante al dialogo, vigile e specchiata come dovrebbe essere ogni persona onesta. 
Solo così avrà ancora la mia fiducia. 

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