lunedì 27 maggio 2013

NATURALMENTE NON POSSIAMO PAGARTI

Chi ha detto che il lavoro non c'è? 
Il lavoro c'è. Senza stipendio, ma c'è. 
Questo tipo di offerta si riscontra particolarmente nella fascia "creativa" della società e si riferisce a quel genere di umanità svagata e ciondolante che avendo ricevuto in dono una particolare predisposizione alla danza, alla musica, al disegno o più genericamente alle arti, all'armonia e al bello pensa di poterlo esercitare non per puro diletto, ma in cambio di un compenso. Che volgarità!
Capita a volte di venir contattati da qualche Ente per sviluppare progetti interessanti e molto impegnativi. In cambio si prospetta l'onore di vedere il proprio nome stampato sul frontespizio di una pubblicazione, con molti complimenti e una visibilità prestigiosa che vale più del vile denaro.
Altre volte sono aziende del privato che richiedono un lavoretto piccolo, una cosa da niente... "Avrei potuto farmelo io, ma ora non ho tempo". E siccome sono dei maghi del settore hanno già fatto una stima dei tempi e dei costi: "Con Photoshop ci impieghi cinque minuti".
Poi il tuo preventivo (che hai reso in linea con l'indice mibtel e quindi ribassato sulla base del decennio prima), viene comparato alla ditta Tal dei Tali che scarica invece i costi d'impresa sul turnover dei collaboratori stagisti a costo zero e quindi lo fa per un terzo, anzi, la progettazione è gratis.
Se poi il progetto è stato accettato, prodotto ed usufruito nei tempi previsti  rimane viva la questione del saldo a 30/60/90/120 giorni.... Continuare a inviare solleciti oltre l'ottavo mese non è bon ton: è considerato segno di arroganza. Ma niente allarmismi, nel caso siate recidivi, il problema viene prontamente risolto dall'efficiente categoria delle segretarie-filtro. 



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martedì 21 maggio 2013

PROCEDERE IN ORDINE SPARSO

Discuto spesso con la mia metà e di solito l'argomento è la mia (apparente) disorganizzazione. Queste discussioni sono paragonabili a un otto orizzontale -  ∞  - che forse non a caso è anche il simbolo del mio segno astrologico. In geometria descrittiva viene così enunciato: "Due rette parallele hanno un punto in comune, il loro punto all'infinito". Quelle due rette siamo noi. 

Si disquisisce su tutto pacatamente, anche su come lavare i piatti e pure questo assume risvolti filosofici, secondo i nostri punti di vista. Lui ne fa una rappresentazione analitica della produzione: una visione contro ogni spreco di tempo secondo la teoria dello spillo di #Adam Smith, perché se le regole ci sono significa che servono a qualcosa.
Io la vedo invece come #Ugo Nespolo: "Ripetere è una forma di staticità e di morte". Cucino e lavo i piatti disponendo le stoviglie in posizioni aerodinamiche sorprendenti, fino al closing-up finale, dove tutto assume una logica assoluta e indiscutibile in perfetto razionalismo Looseriano. In pratica raggiungiamo lo stesso obiettivo, nel frattempo però la mia eccentrica performance mi ha divertito, favorendo diversi nuovi spunti sullo sviluppo delle prossime creazioni... 


Morale: tu te lo puoi permettere, perché sei una free-lance. Vero. Ma, a parte la serie infinita di svantaggi che comporta essere un free-lance, non sono molto convinta che la società basata sulla suddivisione del tempo/lavoro e dei consumi abbia prodotto questo gran esempio di civiltà del benessere. Ce n'è a ufo per parlarne in un prossimo post. 


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TRE ETTI E DIECI DI CAVALLETTE, SIGNO': CHE FACCIO, LASCIO?

- A quanto le locuste oggi, Nando?  
- 2 euro al chilo signora! Abbiamo anche le cicale in offerta... E guardi i bruchi signò, stanno 'na bellezza! 
Il menu, neanche tanto impossibile è alle porte. Vitello e costine alla griglia consumano e inquinano uno sproposito, meglio un "sugo allo scoglio" di insetti a chilometro zero. Vuoi mettere la praticità? Mi basterebbe uscire in terrazzo al primo sole: c'è una costiera amalfitana di locuste marroncine stese in fila, come i lettini in riviera. Dovrei solo vincere il mio ribrezzo iniziale e un certo sospetto da parte loro, poi sarebbe come andare a raccogliere fragole. Probabilmente il cambiamento climatico è in atto, inutile fare gli struzzi, solo vent'anni fa trovare una locusta in giardino era occasionale, ora si muovono a sciami inquietanti frrrr. Chi è genitore poi, istruito dai cartoni giapponesi del figlio maschio, ha maturato una certa avversione per la specie: come non ricordare Cell vs Omega Shenron, la locusta-gigante-aspira-midollo di Goku Super Sayan & Company? Meglio sbatterla in padella in tenera età, non si sa mai.

Il futuro insomma è di Lepidotteri Coleotteri e compagnia volante.  Personalmente il sapore non mi convince tanto, ma si fa l'abitudine a tutto. Quando ho assaggiato Bogong e serpenti nel deserto australiano non li ho trovati terribili. Il sapore di quelle larve gialline e grassottelle era un po' acidulo, ma il serpente era equivalente all'anguilla di Comacchio. Certo erano cotti e tagliati a pezzi, ed eravamo sotto un emisfero stellato che stordiva tutti i sensi... Ma di che mi stupisco? Il valore nutritivo è altissimo, il contenuto di Omega 3 è pari a quello del pesce - con buona pace di Master Chef e della Fao - già una parte del mondo si è convertita per necessità. Quindi avanti con la frittura mista di vespe, termiti e scarafaggi... 
'Bon Appétit'! 

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lunedì 13 maggio 2013

IL FATTORE ALPHA. Hegel, mia nonna e mia suocera.

Cosa fa la differenza?
Perchè una ragazza di 24 anni raggiunge un successo internazionale nell'area del Design e una moltitudine di suoi coetanei altrettanto bravi, alcuni forse di più, annaspano nella confusa marea grigia dell'umanità comune? Appurato che non è la figlia di Cotanto Padre, nè la raccomandata del Tal Altro Padrino, cosa fa la differenza?
Si deve cercare a monte, la risposta? Nel tipo di educazione familiare o nei geni, o nel fatto di aver incontrato lungo la strada una figura resiliente, o in tutte queste figure insieme? La casualità favorisce solo qualcuno o - come dice Hegel - dobbiamo noi stessi convertire la convenienza che la natura ha fine a se stessa in convenienza per noi umani? E perché questo avviene solo per pochi? Perché solo alcuni trovano la forza e la motivazione e cosa fa scattare questo processo? Se le stesse condizioni fossero applicate ai "perdenti" anch'essi riuscirebbero là dove hanno fallito? Domande, domande...
C'è poi la jattura delle ABITUDINI. Rassicuranti certo, ma sono come una droga.
Facciamo un esempio.
L'imprinting lo acquisisci nei primi anni, l'epigenetica invece è una schedina della lotteria che ti arriva in eredità.
L'imprinting lo associo a mia nonna, la famosa Venexiana. Sbrigativa, altera, poche parole essenziali, tracciava la strada con l'esempio. Non attendeva gratificazioni, se le costruiva: "Sòn 'na bea fémena. Me lo digo mi-mi sola". La questione ce-la-farò? non si poneva neppure, alla peggio ci avrebbe riprovato mille volte. Consapevole del fatto che ogni concorrente da affrontare era infine un suo pari: 72.8% di acqua e il 45% di abitudini (da cambiare all'occorrenza, per il raggiungimento dell'obiettivo). L'abitudine: lo zoccolo duro da affrontare. Anche la più innocua abitudine è una forma di comodo. Gesti automatici e scelte scontate diventano routine, la ripetizione crea dipendenza e il gioco è fatto. Ogni scusa sarà buona per non tentare più nulla. Tutte le forme di potere umano (e cosmico) applicano questo giochetto: alimentazione, sesso, tendenze, rapporti sociali... osservare le abitudini delle persone è più efficace dell'uso delle armi, per gestire forme di controllo remoto. Ma guarda un po'... pensi di fare qualcosa solo perché ti va e invece...
L'altro punto è il GRATTA & VINCI.
Non bastava la natura, nota per elargire talenti, prestanza e bellezza o scarsa attitudine a casaccio, ci mancava - voilà - l'epigenetica! Potrò anche avere nei geni la stessa abilità di un altro, ma non la stessa forma adattativa. Il fatto è che l'ambiente e i comportamenti (maggiore o minore stress, difficoltà economiche, violenze o conflitti) sono in grado di produrre una segnatura in positivo o in negativo e l'epigenoma, una volta formato, può essere trasmesso transgenerazionalmente dai nostri genitori o nonni. Una specie di déjà vu, a volte penalizzante altre no.
I favoriti infatti, ereditano il fattore Alpha. Ma io lo chiamo il Fattore Mia Suocera. Un misto di autostima positiva, energia rinnovabile, determinazione incrollabile e grande ironia. Che sia ereditario l'ho potuto riscontrare personalmente, ne sono dotati tutti i suoi fratelli, sorelle, figli e qualche nipote. Quel certo quid che la ragazza in questione ha certamente ricevuto in eredità dai genitori e che le ha fatto sperimentare le scelte più corrette, convertendo in positivo anche gli eventuali intralci di percorso. In generale, quindi, sono molte le variabili che ci permettono di raggiungere l'obiettivo e sarebbe opportuno segnarle con un appunto mentale per trovare aiuto nei momenti peggiori.
Oltre a questo c'è un altro dettaglio non trascurabile nella vita di ognuno, che è determinato molto spesso dalla casualità e non è spiegabile razionalmente, ma è la risultante multipla di fattori positivi. Quasi tutti noi però lo riconosciamo con il suo vero nome. Un gran culo


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giovedì 2 maggio 2013

LA MUTANDA ECO-CHIC

La mutanda si cambia ogni quattro giorni, arieggiandola ogni tanto.
Dopo i precisi dettami di ordine ecologico forniti due settimane fa dall'ex ministro dell'ambiente, mi sono sentita più tranquilla. Da tempo ero in uno stato di disagio, dal giorno in cui, esasperata da una dermatite alla caviglia, ho deciso di recarmi da una specialista - e che fosse la migliore.
Una specie di #Frau Blucher (il Lupo Ululì) la quale, anche lei, in quattro e quattr'otto ha diagnosticato la potente cura risolutiva. "Non si lavi!"
Insensibile al mio sguardo attònito, volto al soffitto in segno di chiarimento divino, indifferente alla mia frequentazione di palestre ha ribadito imperturbabile: Non-Si-Lavi-Proprio!
Si manifestava frattanto l'ologramma di mia nonna paterna, la Venexiana, l'igienista patentata pluridecorata dirt-catcher, quella che se non stavi attento ti sbiancava con una mano di calce viva appena oltrepassavi la soglia di casa. Dall'alto l'ologramma della
Venexiana sovrapponeva gli indici a croce verso l'incauta dottoressa e nel  contempo mi redarguiva: " Va fòra, scampa via sùbito!"
Sono uscita onorando la parcella e senza la soddisfazione di conoscere che gran pezzo di gram-positivo stesse banchettando sulla mia caviglia.

Che fare? Come aggiungere ancora stelle alla mia gloriosa fama di oculata consumatrice (cragnina, secondo mia sorella) la quale, già da bambina, mi aveva alle costole per spegnere luci, chiudere rubinetti e sigillare i vasetti di Nutella che si smaterializzavano pericolosamente al solo suo sguardo?
Ora due forze avverse si contrastano in me. Calimero sbiancatutto da una parte, Pig-Pen e la sua nube mefitica dall'altra. Resistere con le mutande di quattro giorni o contribuire colposamente al disastro ecologico? Ma è proprio convinto Clini,
#clini #ambiente che le sue 2 docce quotidiane per mantenersi igienizzato non pareggino il conto con il dispendio idrico di un bucato settimanale di mutande? O che basti stenderle all'aria tra un'abluzione e l'altra?
Tempo fa ho sentito un professore affermare che al giorno d'oggi siamo talmente assuefatti ai profumi chimici da percepire i nostri stessi odori come qualcosa di sgradevole. Verità. (Parziale). Certo anche i nostri odori sono chimica e trasmettono segnali ben precisi tutt'intorno, ma in quanto a percepirli soavi... non so. E se lo fossero, chissà perché qualcuno si è preso la briga di imitare le fragranze dei fiori e chiuderle in boccetta? Nel dubbio, lo confesso, sto contravvenendo al nobile fine e continuo a strigliarmi come un cavallo (e tenermi la maledetta dermatite). 


COSA NE PENSI TU? 

Forza, dai un contributo attivo! Aiuta i nostri illuminati ministri a trovare la soluzione più adatta e partecipa al Sondaggio sull'Eco-mutanda qui a destra. 

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