domenica 20 ottobre 2013

GLI ALIENI ALL'USCIO

Allertata dalla blanda conversazione di uno speacker radiofonico mentre viaggiavo tranquilla in auto per i fatti miei, ho allungato le orecchie. Stavano parlando di: «Sciami di ortotteri celiferi nella zona di Cantù».
Oddio... l'Italia invasa dai mostri verdi! Il Bel Paese ridotto come l'Asia o l'Africa, a fare i conti con le sterminatrici di raccolti.
La mia ridicola fobia ha immediatamente prodotto quell'effetto "gatto isterico" che va sotto il nome scentifico di Orripilazione del Pelo. Fatti due calcoli veloci (spazio/tempo di percorrenza) ho stimato che intorno al tramonto, sul terrazzo di casa mia, sarebbe scattata l'ora X. Infatti, alle 17 in punto, eccole là corazzate e in assetto da combattimento, gli avamposti scaglionati su tre linee difensive sopra lo stendibiancheria.
Questa volta ho deciso che no, non mi sarei fatta sorprendere dagli istinti. In fin dei conti, non avevo affrontato qualche anno fa un baldo giovane tirolese alto due metri che mi sfidava con una serpe in mano e un sorriso di scherno, pensando che me la sarei data a gambe? A certe provocazioni bisogna rispondere duro: punta nell'orgoglio avevo preso la biscia verdina dalle sue stesse mani (due badili da montagna) e con sguardo altero e sprezzante me l'ero attorcigliata al polso. L'ho conquistato e siamo diventati amici per tutta la vacanza, come Heidi e Peter.

Ora - io dico - c'è un tempo per ogni cosa, quindi sono uscita in veranda a volto scoperto (senza avvolgermi nella rete antizanzare) e brandendo il mio storico bastone da alpeggio, ho iniziato a rotearlo in aria fendendo spioventi sulle piante innocenti e sulla biancheria stesa.
Imprecando inelegantemente, perché il nemico volteggiava tatticamente intorno, sono finalmente riuscita a cacciare gli ALIENI (lasciando il pavimento disseminato di foglie e di preziosi gagliardetti austriaci che erano saltati nella battaglia).
Temo che per questa ignobile esibizione sarò depennata dalla lista dei conoscenti di tutto il vicinato, e pure degli entomologi eventualmente in transito. Del resto, in guerra e in amore tutto è permesso.
Intanto, dalla betulla di fronte, le cavallette mi guardavano sghignazzando, alcune accoppiandosi beffardamente, finché dopo circa tre minuti tutte avevano già ripreso le loro postazioni. Sfinita ho richiuso la zanzariera della porta e chiuso i doppi vetri.
Dicono che la resilienza rappresenti il grado di flessibilità necessario per adottare nuovi comportamenti, una volta appurato che i precedenti non funzionano.
Conoscendomi direi che il mio grado di resistenza, dopo un iniziale exploit di aggressività, tende a negoziare ricercando i punti di accordo in virtù di una comprensione reciproca. Infatti penso che tra non molto io e le cavallette faremo amicizia. È una mera questione di sopravvivenza, anche perché mi dicono che sta per arrivare la terribile Vespa Mandarina dello Shaanxi grande quanto un palmo. E con questa dovrò studiare meglio il linguaggio non verbale...