lunedì 29 aprile 2013

I MIGLIOR ANNI

Era stanco di sprecare i migliori anni della sua vita.
Al compimento dei trentatrè ha mollato la sua occupazione (non di turnista siderurgico, ma di giornalista, comunque inchiodato 12 ore davanti a un computer), ha affittato il suo bilocale in città - eredità della nonna - e si è cercato due stanzette e un po' di orto in un posto sperduto vicino al mare, dove poter vivere con molto meno. Ha deciso di cogliere l'attimo, smentire la famosa frase di George Bertrand Shaw "Si spreca la gioventù dandola ai giovani" e godersi la pensione subito. Ha detto che a lavorare ci tornerà verso i 50, quando avrà accumulato esperienze, aria e sole in abbondanza e vorrà sedersi tranquillo dietro a una scrivania. La giovinezza non aspetta.
Verrebbe da dire: chi non lo farebbe, avendo un tesoretto di m3 da affittare? Magari si, forse anche no. Non è garantito che ritroverai un lavoro a cinquant'anni. Ma non è neppure garantito che lo troverai adesso. O che arriverai a 50 anni.
Quante volte capita di fantasticare di mollare tutto? Difficile da applicare ma non impossibile. Ciò che rende complicato fare questo passo è che siamo tutti addomesticati. La libertà che cerchiamo è quella di poterci esprimere, essere noi stessi. Ma la maggior parte delle volte agiamo per essere accettati, per compiacere. Questa è la fine che ha fatto la nostra libertà. Più forte della paura di rischiare, di volare e anche di non poter tornare. 


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sabato 20 aprile 2013

COMODI, COMODI...

State comodi, c'è tutto il tempo.
C'è un sacco di spazio qui. A pensare positivo, abbiamo tempo da qui all'eternità per riempirlo di cose interessanti o anche meno interessanti, dipende.
Dipende da che?
Da come ci si sveglia la mattina, da quanti soldi circolano nelle tasche, se ti hanno pagato, se non ti hanno pagato, se hai quattro idee geniali delle quali almeno una realizzabile a medio termine, o se piove, o se c'è il sole, se stai bene e quindi ti avanza tempo per gioire o lamentarti di altro, il superfluo, quello che non vedi quando stai bene e hai la pancia piena.

Sì, il vero lusso non è avere tempo ma pensare di averlo.
Perché infatti, se abbiamo tutti una scadenza come un vasetto di Yogurt è anche vero che non la conosciamo quella scadenza, perciò, io che sono una visionaria (nel mio caso dire ottimista mi sembra una contraddizione in termini) io che sono una visionaria dunque, posso vivere all'infinito senza che nessuno possa dire il contrario.
Sotto che forma, non mi interessa. Anzi, vista la curiosità irrefrenabile direi che è un viaggio interessante, quello che ci aspetta tutti quanti.

Perciò vi dico: state comodi, arriveremo dappertutto, in qualche forma.
Vogliamo parlare di viaggi? Ci racconteremo le novità.
Un minimo di cultura... politica? Cercheremo di capirne qualcosa.
Vogliamo parlare di cibo, ristoranti, diete, grassi, colesterolo e palestra? Mamma mia, non si parla d'altro, ma faremo anche questo.
Di adolescenti in crisi, di crisi del lavoro, ce n'è, ce n'è.

Quindi state comodi, mi schiarisco appena poco poco le idee, poi ne parliamo.

PD in cenere per AUTOCOMBUSTIONE.

GAME-OVER
GAME-OVER.

Ve l'avevo, detto, ve l'avevo detto. Lacrime di coccodrillo alla mia sinistra. Non la conoscessi... sono nata, svezzata, cresciuta in mezzo a questo mare di lacrime. Per fortuna quella parte dell'emiciclo non manca di autoironia, perché farebbe ridere, se non facesse piangere.
Mi sto sempre più convincendo che la perpetua disfatta della sinistra sia da imputarsi proprio a una certa dose di sentimentalismo congenito. Ho avuto in famiglia soggetti ostinatamente legati ad un livello di purezza ideologica assoluta e inattaccabile che si sono auto-estinti. Ho respirato fin da bambina il loro rifiuto a qualsiasi compromesso, ponte o apertura verso il libero mercato e la proprietà privata e, in nome dell'egualitarimo economico, hanno soppresso e bruciato il loro spiccato spirito imprenditoriale, i loro talenti e la loro genialità. Per questo ho sempre sostenuto il pensiero di una sinistra aperta al dialogo, alla trasformazione e all'investimento come mezzo produttivo. Ma l'establishment pone continue barriere e non risponde a questo modello. Continuano a parlare con specifici gruppi politici interni e non alla restante area sociale. Dove sarebbero i chiari segni di rinnovamento?

Sono contraria alle forme di monopolio e di speculazione, ma è cosa buona e giusta aprirsi al dialogo. Una volta tanto, io che mi metto sempre con il carro degli ultimi, dei perdenti e degli oppressi, voglio togliermi ogni struggimento ideologico dalle tasche e voglio un po' più di razionalità.
Non importa se il nuovo ci pone dei dubbi, anzi è bene che i dubbi ci rimangano sempre. Ma voglio una rappresentanza lontana dall'apparato storico, tollerante al dialogo, vigile e specchiata come dovrebbe essere ogni persona onesta. 
Solo così avrà ancora la mia fiducia. 

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giovedì 18 aprile 2013

PROGRAMMATI per ROMPERSI

Tempo fa ho comprato una stampante.
Una stampantina, in verità, memore della iper-mega-super-stampante acquistata qualche anno fa e portatrice sana di rogne. Il prezzo di acquisto della piccoletta equivaleva a quello di una cartuccia e, fatto il debito rapporto costo-durata della precedente, ho pensato "vabbè non c'è alternativa". Anche se questa stampantina chissà dove l'avranno assemblata, piccole mani di bimbo in età da scuola materna magari. Fatto sta che mi serviva urgentemente e l'ho presa. E' durata neanche 11 mesi. Sono andata a reclamare, chiedendo la riparazione. Risposta: "hahaha, non esiste un tecnico preposto, ne compri una nuova, le costa un terzo". Naturalmente ogni sei mesi le cartucce cambiano, perciò scordiamoci di ammortizzare quelle che avevo di scorta. Piccola soddisfazione: le posso buttare (nuove) nell'area riciclo.
Stessa cosa per la mia lavatrice elettronica da 11Kg., Classe A+++ a risparmio energetico e centrifuga spaziale che si blocca esattamente ogni due minuti: devi armarti di bolla e chiave inglese con cui riposizionare i piedini in assetto perpendicolare perfetto. Altrimenti devi sostituire la scheda interna con quella di stra-ultima generazione, alla quale hanno dato una tolleranza maggiore, ma... guarda che peccato, la garanzia è scaduta un mese fa! Non se ne viene fuori. Prodotti che ci lasciano allo scadere dei due anni. E' l'economia, mi dicono, è la logica del mercato.
Tecnologia a termine, obsoleta in partenza. Ma quanto costa all'ambiente? Perché non c'è un pezzo di ricambio? Così potrebbe trovare occupazione un giovane tecnico. Certo le multinazionali avrebbero finito di esistere e di sfruttare bambini. Forse con tagli di altre occupazioni. Ma senza regredire all'età del baratto, non c'è una via di mezzo? Io credo di sì, al di là dell'insano egoismo personale che si riscontra ovunque e in ogni categoria, casta o non casta. Decrescita "felice"? Non esistono cambiamenti indolori.
Sulla DECRESCITA siamo già messi da Dio.
"FELICE"... ci stiamo lavorando. 

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