lunedì 17 febbraio 2014

À rebours!



















Anni fa - parecchi anni fa - percorrendo quelle magnifiche foreste che si estendono tra la Bourgogne e il Centre per chilometri e chilometri, continuavo a stordire il mio compagno di viaggio ripetendogli come un disco rotto: "io qui ci sono già stata". 
E ancora prima, forse intorno all'età di otto/nove anni, aspettavo con ansia l'unico feuilleton/TV che riuscisse a distogliermi dalle mie pomeridiane faccende bambinesche: l'âge heureux. 
 
Cosa ci trovassi di magico in quell'ambiente d'oltralpe non lo sapevo proprio, dato che non c'ero ancora stata, il fatto è che sentivo qualcosa attirarmi proprio là. Poi, dopo aver visitato la Francia in lungo e in largo, e averla molto amata, ho casualmente scoperto che lo strano cognome del trisavolo materno era indiscutibilmente francese. Insomma, c'era una percentuale di sangue gallico nelle mie vene, ecco il motivo di tanto trasporto. 


 Pensavo fosse finita lì. 
Ma per quel meccanismo affascinante che va sotto il nome di serendipità, ho rivisto dopo molto tempo una anziana zia, del ramo paterno questa volta, una di quelle rare persone quasi centenarie che, per benedizione divina o genetica, riescono a ricordare tutto con lucidità infallibile. È quasi impossibile, per qualsiasi individuo, ascoltare reportages di vita vissuta risalenti a centocinquanta anni prima, eppure a volte accade ed è magnifico. Sembra di viaggiare nel tempo, improvvisamente siamo anche noi presenti lì, negli stessi posti, nel 1860 e ci rendiamo conto di cosa si intende quando si parla di quarta dimensione. 

 Ci sono rivelazioni che prendono da sole la strada che devono  e anche in questa ascendenza paterna compare una trisavola dal cognome francofono, e una ristretta comunità di consanguinei che vive tra le amene colline del Prosecco italiano.
Ricerca veloce:... c'est tout! Ce nom de famille est certainement français! Ecco che la percentuale di sangue gallico sale
tout court a 1/8! Quindi l'aspetto psicoaffettivo che mi faceva comprendere il francese scritto, pur senza conoscerne una parola, è forse svelato?

 Poi ci stupiamo delle nostre "paure ancestrali" e dei blocchi irrisolti che a volte ci impediscono di fare alcune cose, o magari ci permettono di farne altre che credevamo impossibili...
Quante altre vite ci portiamo addosso inconsciamente! Non è forse magnifico? E c'è ancora gente che teme di morire, con l'idea che finisca tutto lì... 


 À rebours, à rebours! 

Altri miei post precedenti sul tema: 

AH, I MORTI NON RESTANO MAI MORTI.
LE QUATORZE JUILLET, FÊTE NATIONALE!