mercoledì 11 settembre 2013

UN POST DA PAURA

Tra una settimana ci sarà una di quelle manifestazioni che animano la città di un ritmo cosmopolita. 

Tutto si vestirà di giallo (è il segno distintivo di questa manifestazione) e particolarmente di un giallo-tuorlo-d'uovo. Questo è il simbolo scelto per il 2013. Tutti si chiedono: perché un uovo? E già il fatto che se lo chiedano è un bene, stimola curiosità, muove interessi.
Sono stata incaricata di abbozzare due righe di presentazione - dal mio gruppo - per  descrivere gli interventi che faremo all'interno di questa grande kermesse. Anche noi. Come i grandi autori della letteratura. Questo non può non procurare un po' di strizza, dicasi ansia da prestazione. E infatti - guarda caso - il nostro argomento è da paura.  

Il Dolore.
Uno di quei termini che solo a sentirlo ti tocchi scaramanticamente, o ti segni, se sei molto devoto. Ci chiedevamo: come faremo a parlare di dolore e farci ascoltare? La società tende a non riconoscere questo disagio: è troppo individuale, e noi per primi non ne volevamo sapere. Chiunque vorrebbe scantonare di fronte a queste sollecitazioni. La felicità è completamente in mostra, ma che fine hanno fatto il male, le cose non mostrate, la paura?
Abbiamo cominciato a lavorare, ognuno seguendo il proprio quarto istinto.

Cosa ne sia venuto fuori, non si sa. Non siamo macchine, siamo estremamente soli nel nostro modo di pensare, di reagire. Ma vivere senza paura non significa chiudere gli occhi davanti alla sofferenza, il momento in cui si guarda al di là è già un contatto con nuove paure. Un'esperienza che martella, scava, scolpisce e leviga finché di noi rimanga solo la vera essenza.
Scrivendo di draghi, fate, gambe di legno, pederasti e code mozzate abbiamo riportato le cose nel loro insieme di nascita, vita e morte. Una fatica di fantasmi del passato e spasimi. Ma ne siamo usciti vivi. E il viaggio, fieramente, ci è sembrato meno terribile. 


Orari del nostro intervento: (link) Trattolibero