giovedì 10 settembre 2015

LEZIONI DI ETICHETTA




























È bello ricevere lezioni di etichetta a 53 anni.
Mi sono recata all'Ente formativo "X" per recuperare del materiale personale che attendevo da qualche mese e per altre formalità. Gli uffici erano rimasti chiusi per due giorni, e ingenuamente, credendo di trovarli aperti non ho telefonato prima. Invece, perbacco, era in corso una riunione generale e anche gli sportelli erano inattivi.
Essendoci arrivata in bicicletta, dall'altro Comune, forse il mio aspetto non era proprio al top della presenza, magari ero un po' incartata dall'aria e con una capigliatura bidirezionale rispetto il punto di fuga. Forse mi è sfuggita una ruga di disappunto sulla faccia per il fatto di dover tornare. Forse non ho applicato sufficientemente la teoria dei neuroni specchio prima di chiedere a un responsabile incrociato in corridoio se era possibile ottenere il mio materiale senza ritornare di nuovo. Fatto sta che mi sento rispondere: «Provi con la dovuta delicatezza a bussare a quella porta. E magari cerchi di fare un bel sorriso, prima».
Dopo un breve sfasamento di connessioni intercorticali pietrificate ho seguito il consiglio, ma non trovando nessun incaricato all'interno dell'ufficio ho ritenuto opportuno lasciare il campo. Non senza aver ponderato l'urgente necessità di prendere un appuntamento col primo chirurgo estetico per una seduta multipla di botulino che distenda rughe glabellari e rialzi il bordo del vermiglio in un sorriso stile Jocker da sfoderare nelle giornate down, seguita a ruota da un meta-programma di PNL che risvegli in me la tecnica fondamentale del Pacing Rapport. Forse anche qualche aggiornamento in Keep Calm and Bella Raga non mi farebbe male.

Non si finisce mai di imparare.

venerdì 4 settembre 2015

NON C'É NIENTE DA RIDERE



























Preparatevi, sto per fare affermazioni in netta controtendenza.

E' la natura, non l'uomo, a decidere i giochi. Se hai ali forti, volare non ti fa paura.

Siamo catapultati sul pianeta terra non si sa bene perché, e senza un regolare libretto di istruzioni.
In base a dove siamo finiti il nostro futuro si presenterà in bianco/nero o in technicolor. Cosa sia meglio è tutto da stabilire. Fra le due cose la componente "fortuna" giocherà un ruolo importante. Cosa sia questa roba non si sa. In alcune regioni del mondo è considerata "il fato", in altre "la buona sorte", per molti è solo una "illusione per pigri indolenti".

Dopo una quantità d'anni spesa a ragionarci sopra, con letture, dissertazioni e confronti di opinioni, credo che questa incostante e volubile fatina (che definirei stronzetta) esista veramente. Chissà se è un mero prodotto delle sinapsi umane quello in grado di produrre le azioni propositive quanto le irreali allucinazioni... (davvero irreali poi?) oppure se è il frutto di un progetto universale. Averla o non averla è un'incognita - dicasi anche complicazione, intralcio, grana, grattacapo, casino - col quale dobbiamo scontrarci ogni santo giorno e fa la differenza. Ora va di moda pensare che il caso non esiste e la fortuna siamo noi:  siamo in pieno 'Illuminismo 4.0' e chi non si realizza è un inetto o almeno incapace di percepire i segnali quantici dell'universo.
Facciamo un esempio.
Avete presente il mal di schiena? Inizialmente si è portati ad assecondare il dolore prendendo una postura sbagliata, perché magari il fastidio si sente meno. Invece è peggio perché diventa un'abitudine. Giorno dopo giorno i muscoli si inflaccidiscono e tutto il corpo prende una brutta piega. Siamo portati a fare questo perché intervenire sugli elementi di disturbo per correggere il malanno ci costa tempo, lavoro, fatica e anche ulteriore dolore, ma finché non attiveremo questo daffare il problema non si risolverà e non avremo pace.
Tutta qui la formula magica? Magari.
Questo è quello che predica la maggior parte dei guru, santoni & C. Si chiama pensiero positivo, volontà, determinazione, assertività o come volete voi. (Guru, Personal Trainer & Co. sono la manifestazione vivente del successo della terapia, perché sono riusciti ad ottenere profitti personali lavorando molto... sull'induzione alla non-resistenza. La vostra. Nessuno fa niente per niente). Quel che non si dice, che tutti negano ma che ognuno dei comuni mortali sospetta in cuor suo è che una componente fondamentale della riuscita sia determinata dalla fortuna. Dite di no?

Energia.
La fortuna è energia. Il movimento è energia. Il desiderio è energia. La fame è energia. Nessuno di questi fenomeni è determinato dalla volontà.
Tutto il mondo animale e vegetale è fatto di sopraffazione e si mangia l'un l'altro. In alto e in basso della catena alimentare. Predatori e parassiti. Il mondo è un'equazione differenziale, non il dolce stil novo. La fiaba di Disney è un prodotto della mente umana. La Fisica Quantistica no.
La legge dell'attrazione dice che c'è posto per tutti, che i sensi di colpa sono superflui perché non ruberai mai nulla al tuo vicino. Porta un esempio clamoroso, quello della malattia: non potrai far migliorare un ammalato proponendoti di regalargli un po' della tua salute. Ma sta proprio qui la differenza. E così che funziona nei vincenti: non si chiedono se l'azione che stanno per intraprendere sarà un'occasione mancata per chi gli sta accanto. Questo è il paradossale controsenso di quanto affermato sopra.
La legge di natura ha delle regole basate sull'istinto di sopravvivenza che sono giustamente definite "sano egoismo". Il sano egoismo porta il leone a mangiare la preda. O la zanzara a succhiarci il sangue. NON SIAMO tutti uguali. La natura ci offre diversi modi per sopravvivere, ma non le stesse opportunità, perché l'egualitarismo (alla faccia di mio nonno Marxista) porterebbe la fine del nostro mondo, e "qualcosa" ha escluso volutamente questo tipo di programmazione. Nemmeno le cellule del nostro corpo possono diventare altro da ciò per cui sono state programmate, o diverrebbero cellule cancerogene.
Pensavamo bastasse il pensiero positivo? Ahi!

Alcuni dicono che la fortuna e l'amore arrivano quando smetti di inseguirle. Ma potrebbe essere peggio. La signorina Maria sbava da anni dietro al giovanotto Piero che manco la vede. Quando, rassegnata, decide di accettare la corte di Gino e di sposarlo, Piero si accorge finalmente di Maria rompendo i piani anche a Gino. È fortuna? No, è sfiga. C'è un momento, un luogo, un tempo per ogni cosa. Accanirsi perché accada è improduttivo, ma se deve, il momento giusto arriva quando lo puoi apprezzare meglio. Questa è fortuna.