mercoledì 29 gennaio 2014

OSSERVO, DUNQUE SONO



























Mi sono appena fagocitata una fetta di Sacher seguita da una frittella con ripieno al cioccolato, quando, immersa nella libidine, ho pensato al Principio Antropico. Alle solite: quasi impossibile gustarmi qualcosa senza pagare dazio mentale.
E potrei proprio smetterla, in verità è solo questione di logica, meno scontata di quel che si pensi.
Principio Antropico: in soldoni, tutte le osservazioni scientifiche sono soggette ai vincoli dovuti alla nostra esistenza di osservatori. 


Mi fa molto ridere osservare la gran corsa alla lussuria e le relative guerre che si innescano per essa. C'è chi si devasta di droghe, di alcol, di cibo o di sesso, nella convinzione di provare il brivido dell'eccesso trasgressivo o addirittura del proibito e di esserne il libero promotore. C'è tutta una filosofia sul beneficio dell'attività sessuale fatta come si deve per tot volte la settimana, oppure al contrario, sulla soppressione intenzionale della goduria gastronomica con regole restrittive di tipo macrobiotico, vegano ecc. ecc. che ricondurrebbero al benessere naturale. Come se canna da zucchero, panna e cacao e bistecche arrivassero da un universo parallelo tentatore e insano. Ma di per se' l'universo è tossico... Da-Daaan, notiziona!
Ogni spinta compulsiva utilizza le stesse vie neuronali: innamoramento o cibo, sesso o alcol, nicotina o cannabis, eroina o gioco d'azzardo, parlano tutti lo stesso linguaggio. La dipendenza è la normale conseguenza alla gratificazione. 


Ma va?! La cosa ridicola è che tutto ciò non si spiega, per ora, salvo con la necessità universale di far funzionare ogni cosa per lo stesso verso. Meccanico. Prestabilito. 

E dov'è il libero arbitrio di cui si favoleggia? Posso forse decidere di partorire a tredici mesi perché l'architetto non ha trovato quella tonalità di azzurro per le pareti? Per il momento no, siamo ancora a livello catena di montaggio.
Desiderio, soddisfazione, astinenza, ricaduta. Funziona tutto così, inutile girarci intorno. L'unica cosa è la consapevolezza: non ci sono comportamenti "giusti" o "sbagliati" in natura. Ovvero, lo sono per la società moderna, per la "civile" convivenza, ma poi basta un nulla e tutto è soverchiato... da un femminicidio per un  amore non corrisposto, o da un abuso di zuccheri che fa alzare la glicemia e ci resti secco.
Beh, in qualità di osservatore
e in nome del Principio Antropico, prima che qualche altra corrente provveda a inficiare questa teoria, mi faccio osservatrice di un'altra fetta di Sacher e confido molto nella futura potenzialità auto-curativa del cervello.
Ohmmmmm...

giovedì 23 gennaio 2014

CASE HISTORY


























Questa del fabbisogno monetario dev'essere proprio una bufala. Domani verifico: porto a cena tutta la famiglia al ristorante, naturalmente cerco il migliore perché ci tengo a far bella figura, poi avviso la cassiera che per il saldo ci sentiremo più avanti
Ma le dico anche di non preoccuparsi, perché se tutti i miei parenti avranno apprezzato il loro servizio, nell'eventualità io decidessi di proseguire il rapporto con questo locale, potrò senz'altro includere anche la cena nella mia lista dei pagamenti on/banking: Riba 120gg/fine mese.

{CASE HISTORY ONE} 


♪ ♫ ♪ ♫

«Buongiorno, sono la grafica che sta realizzando la vostra brochure per la fiera internazionale XY, gentilmente avrei bisogno di parlare con il signor ****, è possibile? »

- Mi spiace, il signor **** non lavora più per noi.

«Oh... davvero? Che strano, non mi ha detto niente. Comunque stavo aspettando l'ok per la stampa, è già stato tutto confermato e approvato nell'ultimo incontro, mancherebbe solo una firma per accettazione email. Gentilmente mi potrebbe passare un responsabile Mktg?»

- No. Al momento è in riunione.

«Allora richiamo più tardi, chi devo chiedere?»

- La farò chiamare io, quando sarà possibile.

«Veramente è urgente: la fiera è tra quattro giorni e poi ci sarebbe anche da considerare un ritardo sul pagamento precedente». 

- Beh, fatturi direttamente al signor **** .

«Ma se mi ha appena detto che non lavora più per voi?»

- Embè? È lui che ha seguito il lavoro, no?

«Sì, ma per conto della vostra Ditta! Era il vostro Sales Manager!»

- Macché. Un collaboratore esterno.
 
«Come scusi? Abbiamo avuto vari meeting lì nella vostra sede, lei era presente: la brochure porta l'intestazione aziendale "xxxx" è un onere vostro, e poi, secondo le normative... »

- Mi sta forse minacciando? Senta, io non mi ricordo proprio niente, e poi la ditta "xxxx" non esiste più, ha chiuso per fallimento proprio una settimana fa. Si arrangi col signor ****. 




{CASE HISTORY TWO}
 

  ♪ ♫ ♪ ♫

- Pronto? Ciao Laura, sono il dottor ****, come va?

«Grazie, molto bene, con il vostro lavoro è tutto a posto. Siamo pronti per la stampa del pieghevole». 

- Proprio di questo volevo parlarti.

«Perché, ci sono ancora modifiche? Avevate detto che andava bene così».

- Si, no... va tutto molto bene, però l'immagine di copertina la cambierei...

«Ora che l'abbiamo già acquistata? Eravate entusiasti, come mai questa incertezza?».

- Sì sì, ma sai stanotte la fisioterapista ha pensato a un'altra cosa...

«Proprio adesso?»

- Mmmm, sai le donne... e poi mi chiedevo... ma il preventivo di stampa, non è un po' caro?

«Non mi pare proprio. L'avevate già approvato, no?»

- Mah, guarda... abbiamo scoperto una stamperia qui vicino che ci fa molto meglio... anzi, addirittura come "primo lavoro" fa il progetto e la stampa gratis. È un'occasione, no?! Cosa dici, ti dispiacerebbe lasciar perdere tutto...? Non hai mica perso molto tempo, vero?

martedì 21 gennaio 2014

MOLLA TUTTO E VAI



























C'è uno stallo, un tempo morto che porta alla realizzazione di un progetto. Io me lo vedo come una molla del vecchio letto di mia nonna, ci ho perfino fatto la tesina della maturità sulla molla del letto di mia nonna, ed è venuta pure bene, con applauso finale. 
Non vi dico la gestazione dell'opera quanto mi è costata. 
In fogli 50x70 e 29,7x42 e 21x29,7 che ho tracciato, abbozzato, ritagliato, scocciato (di scotch) e stracciato, prima che scattasse la scintilla. E la scintilla - pensateci! - era la molla del letto di mia nonna.
Giorni di sconforto, frustrazione, illuminazione e di "ma che sto 'a fà sta cazzata". Poi però la genialata arriva, si srotola come un tappeto persiano e tutto torna, si apre lo stargate verso chissadove e ti senti un dio. Funziona così. La creazione non è mai del tutto nostra, c'è il contributo di qualcosa di più potente, un coordinatore assoluto, quello che quando nasci ti affida un compito che è solo tuo.
Me lo immagino come un gigantesco Masterchef: a te affida la farina e il burro, a un altro il latte e le uova, ma non ti dice cosa devi fare. Ed è inutile che ti affanni a realizzare un pollo arrosto o una
crème brûlée se il tuo compito è la crostata, devi capirlo da solo, e forse ci vorrà molto tempo. Ma la tua crostata sarà spettacolare, quanto superlativa sarà la crème brûlée del tuo vicino. Basta saper ascoltare e mettercela tutta.
A questo Masterchef non ho dato un nome o una religione, non ha rappresentanti ne' gerarchie ne' confini ma sta certamente in ogni sostanza, compresa la nostra, che siamo dentro al mixer di terra vento acqua che ci rigenera continuamente in ogni forma.
Vi auguro di corrispondere a voi stessi. 

Se crederete a voi stessi avrete il coraggio di cambiare, accettare e superare ogni limite. Non è necessario correre come Carl Lewis e vincere medaglie, il limite si supera dentro, anche da fermi.
Il limite è quel circuito di molla da percorrere in tondo per un po' prima di accedere al livello superiore. Ti sembra di girare a vuoto e non andare da nessuna parte, in verità stai prendendo tutta la carica per fare il salto che ti porta un po' più su.


mercoledì 15 gennaio 2014

3000 ANNI E NON SENTIRLI...


























Se fossi una quercia Jurupa avrei la bellezza di 13 mila anni, potrei raccontarvi tutti i segreti del mondo dall'ultima era glaciale in qua.
Invece ne ho molti di meno, ma è dai rivoluzionari anni '70 che indosso le sneakers/basket e i cargo/pants. Potrebbe sembrare, ma non è una novità trendy. Di questi tempi avere il metabolismo perfetto è pericoloso: è un'arma a doppio taglio se a 50 mantieni la stessa taglia che avevi a 20. 

Un esempio? Caso strano, sto aspettando il Bus delle 17.
Non lo prendo mai, se mi muovo in città vado a piedi e corro dietro alle mie farfalle mentali. Presa dal libro che ho in mano, allungo le gambe e batto il tempo sulle note di un ritmo che arriva da chissà dove, forse è lo smart di qualcuno, qua intorno.
Neppure mi accorgo del pischello che fa avanti-indietro da un po'. Mi viene più vicino, poi mi fissa, si gira sorpreso verso il gruppo di amici suoi ed esclama: "Ah, no, è una donna in menopausa!" 


Come?

Sono un po' tarda. Non realizzo immediatamente.

Poi invece capisco. Sì, ora mi viene in mente una recente statistica inglese: dice che dopo i 50 sono fuori luogo i capelli lunghi,
i tacchi alti, le gonne sopra il ginocchio, il bikini e una decina di altri comportamenti convenzionali.
Uhmm... probabilmente anche le mie affezionate scarpe da basket, e i cargo color militare. 

Da domani scarpa ortopedica e calza 90 DEN?
Pensa un po', proprio oggi che avevo in mente di seguire un Tutorial iPhoneDeveloper per aggiornare le mie competenze professionali... 

No no no, assolutamente fuori luogo. Meglio optare per il circolo di tricot del comitato parrocchiale, o se proprio volessi esagerare ho visto una locandina che segnala una conferenza su "PANCAFIT per la circolazione venosa e linfatica", mi pare sia alle 17.30 alla sede Universitaria della Terza Età... 
Sempre se faccio in tempo, perché sai, l'artrosi...

martedì 7 gennaio 2014

ANNO NUOVO, VITA NUOVA...

Appartengo alla categoria dei creativi capricciosi, sempre in cerca di ispirazione e nuovi stimoli appaganti. Prima di approdare a qualche progetto maggiormente definito però, è sempre inevitabile una piccola rivoluzione. Quale evoluzione subirà questo blog ancora non so, comunque i lavori sono in corso. 

A tutti: un proficuo 2014!