domenica 2 febbraio 2014

CHI SI ACCONTENTA GODE... COSI' COSI'




















Molti confondono la felicità con la rassegnazione.
Dicono che la felicità è desiderare quello che si ha. Ciò in parte è vero, ma questa condizione procura una gioia temporanea, in quanto l'essere umano è di per se' "desiderante". Troverà in breve qualcos'altro da chiedere, a meno che non provveda a esercitare una forzatura conscia su se stesso. Alcuni portano a esempio i monaci tibetani, quei saggi che con la conduzione del pensiero raggiungono uno stato di beatitudine assoluta. Meraviglioso, lo vorrei anch'io!
Ma siccome sono uno spirito anarchico (nei miei stessi confronti) penso che tutto quello che viene ricercato, incanalato e condotto non sia esattamente ciò che si definisce gioia


Si dice anche: "la felicità arriva quando non la cerchi".

E molto spesso è vero, ma non è un grande affare, perché la vera gioia sboccia quanto ciò che desideri arriva nel momento esatto in cui lo vorresti. La felicità di quel momento è veramente esplosiva. Talmente potente che quando finirà potrai continuare ad attingere al suo ricordo e ti darà ancora un po' di euforia. 


Porto un banalissimo esempio che mi viene in mente. 

Sono una bambina di dieci anni e - facciamo un'ipotesi - desidero tantissimo un paio di pattini, per divertirmi l'inverno sul laghetto dietro casa. Guarda caso alla fiera del paese c'è una lotteria di beneficenza e sullo scaffale più alto vedo luccicare le lame di un magnifico paio di pattini. Compero fiduciosa una decina di biglietti, ma purtroppo vinco soltanto un set di spugnette per la cucina.
Ci ritento l'anno successivo e quello dopo ancora, ma non vinco nulla.

Sessant'anni dopo compro ancora dei biglietti, perché ho visto un fiammante rasa-erba in palio, e mi servirebbe proprio. Esce il mio numero e mi aggiudico... un bel paio di pattini.
Certamente sarò contenta di regalarli alla mia nipotina, ma l'emozione di quel momento sarà assolutamente diversa. 


Ecco, il pensiero positivo aiuta ad affrontare con spirito le situazioni impreviste della vita, ci fortifica e ci rende più nobili. La gioia però rimane qualcosa di ineffabile, immateriale e quasi divino, uno di quegli aspetti (anche un po' sleali) dell'esistenza che giungono raramente o forse mai, ma in nome dei quali, nell'attesa dell'ipotetico incontro con la fata turchina, saremo portati a stringere i denti e non mollare mai, perché chissà, forse domani...