giovedì 2 maggio 2013

LA MUTANDA ECO-CHIC

La mutanda si cambia ogni quattro giorni, arieggiandola ogni tanto.
Dopo i precisi dettami di ordine ecologico forniti due settimane fa dall'ex ministro dell'ambiente, mi sono sentita più tranquilla. Da tempo ero in uno stato di disagio, dal giorno in cui, esasperata da una dermatite alla caviglia, ho deciso di recarmi da una specialista - e che fosse la migliore.
Una specie di #Frau Blucher (il Lupo Ululì) la quale, anche lei, in quattro e quattr'otto ha diagnosticato la potente cura risolutiva. "Non si lavi!"
Insensibile al mio sguardo attònito, volto al soffitto in segno di chiarimento divino, indifferente alla mia frequentazione di palestre ha ribadito imperturbabile: Non-Si-Lavi-Proprio!
Si manifestava frattanto l'ologramma di mia nonna paterna, la Venexiana, l'igienista patentata pluridecorata dirt-catcher, quella che se non stavi attento ti sbiancava con una mano di calce viva appena oltrepassavi la soglia di casa. Dall'alto l'ologramma della
Venexiana sovrapponeva gli indici a croce verso l'incauta dottoressa e nel  contempo mi redarguiva: " Va fòra, scampa via sùbito!"
Sono uscita onorando la parcella e senza la soddisfazione di conoscere che gran pezzo di gram-positivo stesse banchettando sulla mia caviglia.

Che fare? Come aggiungere ancora stelle alla mia gloriosa fama di oculata consumatrice (cragnina, secondo mia sorella) la quale, già da bambina, mi aveva alle costole per spegnere luci, chiudere rubinetti e sigillare i vasetti di Nutella che si smaterializzavano pericolosamente al solo suo sguardo?
Ora due forze avverse si contrastano in me. Calimero sbiancatutto da una parte, Pig-Pen e la sua nube mefitica dall'altra. Resistere con le mutande di quattro giorni o contribuire colposamente al disastro ecologico? Ma è proprio convinto Clini,
#clini #ambiente che le sue 2 docce quotidiane per mantenersi igienizzato non pareggino il conto con il dispendio idrico di un bucato settimanale di mutande? O che basti stenderle all'aria tra un'abluzione e l'altra?
Tempo fa ho sentito un professore affermare che al giorno d'oggi siamo talmente assuefatti ai profumi chimici da percepire i nostri stessi odori come qualcosa di sgradevole. Verità. (Parziale). Certo anche i nostri odori sono chimica e trasmettono segnali ben precisi tutt'intorno, ma in quanto a percepirli soavi... non so. E se lo fossero, chissà perché qualcuno si è preso la briga di imitare le fragranze dei fiori e chiuderle in boccetta? Nel dubbio, lo confesso, sto contravvenendo al nobile fine e continuo a strigliarmi come un cavallo (e tenermi la maledetta dermatite). 


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